sabato 3 ottobre 2015

Europa : Umberto Serafini. I piedi a terra delle idee Olivettiane



Prefazione di Roberto Di Giovan Paolo al libro in uscita in questi giorni "Adriano Olivetti e il movimento comunitá" 
Raccolta quarantennale di saggi e scritti di Umberto Serafini del 1982 ripubblicata in questi giorni dalle Edizioni di Comunitá della Fondazione Olivetti
 

Umberto Serafini, i “piedi a terra” delle idee Olivettiane
Di Roberto Di Giovan Paolo


Umberto Serafini era un tipo eccentrico, pensai, mentre uscivo dal suo ufficio di poltrone verdi anni sessanta e mobili di legno stile scuola umbertina( nel senso di Umberto primo …ovviamente).
Ero stato appena giudicato in quanto aspirante segretario generale aggiunto dell’Aiccre. Giudizio severo. Ma alla fine bonario. Fui eletto e poi divenni segretario generale di un’associazione che grazie a lui e a Gianfranco Martini ha avuto momenti di grandezza e momenti insostituibili per portare l’Italia, e l’Italia dei poteri locali soprattutto, in Europa ( e mantenni la stanza di Umberto così come era, con la sola aggiunta del computer…).
Ma Umberto Serafini era “eccentrico” poi avrei imparato a capirlo per bene, perché era “inclassificabile” : socialista per bene ma mai ideologicamente di parte, antifascista ma ligio alla Patria  e al dovere, soldato prigioniero degli inglesi, che a suo modo ammirava; soldato tra i tanti abbandonati nel delirio mussoliniano, che faceva scuola a sé e agli altri nel campo di prigionia e come tanti altri ,in esilio o in prigionia lavorava già al superamento di ciò che aveva portato alla tragedia della umanità nella seconda guerra mondiale.
Un destino comune di una generazione che ha vissuto quel dramma ma è stata anche l’ancora del novecento affinchè si costruisse quel poco di Europa, di Nazioni Unite, di istituzioni mondiali e federaliste della pace e del confronto , che tengono in piedi ancora adesso, e con fatica, un pianeta in grande evoluzione(talvolta anche involuzione,Vico docet…) sia economica che scientifica e soprattutto sociale.
Conoscevo ovviamente il federalismo ed anche Olivetti , se non altro per i miei studi universitari, però mi colpì il modo –ancora una volta ruvido e iconoclasta- con cui Umberto mi raccontava di Olivetti e delle contraddizioni dei partiti e dei movimenti che sembravano seguirlo,ma più spesso non vi riyuscivano o apertamente lo osteggiavano, e non solo per accidia o per incomprensione, ma forse anche per una sfasatura dei tempi.
Si,sfasatura dei tempi. Olivetti era allo stesso tempo contemporaneo ma anche avanti rispetto ai suoi tempi.La qual cosa forse non gli interessava o forse a volte non voleva adeguare. Su questo Umberto Serafini, che pure gli riconosceva ruolo e la guida , ha un grande merito nelle sue riflessioni su Olivetti e il Movimento Comunità: quello di ricondurre la strategia generale Olivettiana a fatto concreto, attuabile, ipotizzabile; le idee, con Serafini diventano sempre una gragnuola di attività concrete da realizzare, di compiti da distribuire, di impegni assolutamente alla portata di gruppi,associazioni, singoli.
La concretezza gli derivava dal fatto di avere portato la sua ispirazione ed i suoi ideali in mezzo agli uomini e le donne ( poche all’ epoca ma significative…) che erano impegnati nelle autonomie locali italiane ed europee: lì la polemica diventava confronto concreto, pratico; il dibattito generale cedeva il terreno a progetti, numeri, bilanci; il federalismo diveniva incontro di donne ,uomini e comunità concrete e che avevano nomi e cognomi e storie e volti .
Serafini ha avuto il regalo di appartenere ad una generazione che nella sofferenza ha trovato una strada; e certamente la fortuna di frequentare Adriano Olivetti e il Movimento Comunità ma ha aggiunto dalla sua una “vis” polemica  che, per sua natura, gli dava gusto ma che lui utilizzava anche per giungere a conclusioni, non solo per la polemica fine a se stessa.
I suoi articoli, rievocazioni, riflessioni hanno questo di bello: ti portano in India, oppure a casa di Kant, nello spazio e nel tempo e poi ti piombano immediatamente nella realtà contemporanea, che sia la costruzione del primo Parlamento Europeo oppure di un gemellaggio o del vertice europeo di Milano in cui quasi “minaccia” ( anzi direi senza il quasi),Craxi ed Andreotti all’ apice della propria fama e carriera, affinchè si adeguino ai principi ed alle scelte del federalismo per l’ Europa unita.
Insomma credo che Umberto Serafini abbia avuto il dono di rendere un servizio vero ad Adriano Olivetti ed alle sue idee: di renderle chiare, concrete, “visitabili”, senza farle divenire corrive. E’ una capacità da grande “divulgatore”, un ruolo che nei Paesi anglosassoni è considerato dono degli dei e segno di regalità ( oltre che certezza di fama e denari) mentre da noi , Paese spagnolesco e di idealismo accademico, non frutta che sorrisi di circostanza.
Ma tant’è, Umberto se ne sarebbe infischiato. E difatti se ne è giustamente infischiato. Invece io credo che la ripresa di interesse che negli ultimi anni si è accresciuta verso Olivetti ,la sua vita le sue attività ed il suo movimento debba molto all’ opera di alfabetizzazione che Umberto Serafini ha fatto quotidianamente, settimanalmente ,periodicamente .
Mi manca molto il ruvido dialogo con lui( e con Martini). 
Ho avuto anche io la mia fortuna: di imparare cose , su loro , su Olivetti, il movimento comunità,il federalismo,l’ Europa, dalla versione……. 1.0 di wikipedia ante internet:Umberto Serafini e la sua generazione. Credo che perdere In realtà guadagnare…) qualche momento su questa raccolta potrebbe servire non solo ad evitare citazioni/storpiature o false attribuzioni di pensieri ad Olivetti ( cosa che avviene in Italia ai più alti livelli vedi la frase sui guadagni del manager-capo azienda usata a sproposito e senza alcun riferimento alla fonte) ma anche ad introdurre un metodo di analisi e di lettura del passato che vive nel nostro presente sempre, anche quando silente. 
E il metodo Serafini c’è: è fatto di rigore, concretezza e anche-e soprattutto- passione.
Avercene così!




Roberto Di Giovan Paolo


domenica 19 luglio 2015

LA SFIDA DELLE CITTÀ METROPOLITANE 2016 COMINCIA ADESSO ( su www.ytali.it )

Le vicende di Marino, in parte di Pisapia,e ovviamente quella di Crocetta,alludono- comunque si concludano e quantunque la loro irrilevanza penale - alla fine di un'epoca. E non so se la politica si sta ponendo il problema . Bene ha fatto Ruocco a sollevare il problema su Ytali.
A giudicare dalla relazione alla assemblea del Pd di Marteo Renzi, sempre così attento a ció che accade,non pare. Forse non a caso.
Mi riferisco ad una stagione di personalizzazione della politica iniziata con la legge di elezione diretta del Sindaco nel 1993. 
Quella stagione,giustificata forse, e  che certamente ha introdotto elementi di chiarezza nella scelta di un responsabile di fronte alla cittadinanza prevedeva che alla momentanea debâcle dei partiti raggomitolati su se stessi ( vedi la vicenda romana di Mr Nessuno Garaci eletto con centinaia di miglia di voti ma sostituito come sindaco da Carraro per gli accordi nazionali del Caf tra Dc forlaniana e Psi craxiano).si sostuisse un rapporto più diretto tra eletti ed elettori in attesa che i partiti uscissero da dalla loro crisi ( risalente almeno al l'allarme di Aldo Moro del 1968-69) e poi dalle sabbie mobili di tangentopoli.
Non é andata così .in altre occasioni potremo valutare perché: certamente l'economia "superstar" del neoliberismo ha contribuito a destrutturare i partiti e la politica  e la pausa é diventata così lunga da portarci nel girone dantesco della personalizzazione mediatica prima con Berlusconi e poi con gli epigoni( la "peoplelization" dell'era Sarkozy).
Nel frattempo la cifra stilistica dei candidati Sindaci o Presidenti di Regione é diventata la loro capacità di "vendersi bene".
Fino a Marino,votato per meriti pregressi ma non amministrativi, soprattutto "perché vince" (vox popoli primariae.....) o  Crocetta in nome di una "diveristá" ( e non mi riferisco certo alle sue scelte di vita personali...)complessiva da imporre in Sicilia dopo le drammatiche prove di Cuffaro e Lombardo.
Al momento di "stringere" sulla politica il volersi differenziare ad ogni costo,il voler imporsi ai propri partiti,che pure si sono spesi in campagna elettorale ( la parte perbene,quella permale tipo  mafiacapitale non ne parliamo neanche),porta ad un autoisolamento autistico che fa cadere solidarietà o ne costruisce in modo fideistico. E di  politica ne rimane molto poca.
È un problema da porsi,ad un anno  dalle prossime amministrative per le grandi cittá ( a cui potrebbe aggiungersi Roma,chi sa...) ma i partiti latitano e chi é al volante non ama essere disturbato.
Eppure le grandi città al voto il prossimo anno potrebbero non reggere alla ennesima infornata di "non politici", non edotti di amministrazione e convinti che sia un valore l'impoliticitá....col rischio che al gioco del naïf vincerebbero i Cinquestelle( che in questo caso sono l' "originale" vedi intervista di Di Maio su "il fatto Quotidiano" dove dá lezione a Tsipras) ...e non é proprio il caso vista la fine che hanno fatto fare a Pizzarotti che ha provato a studiare un po' di amministrazione. Oppure si rischia la genericitá impersonale della "maggioranza silenziosa" come a Venezia.

Le città italiane meritano di piú alle soglie della sfida globale su Smart citi es ed internet delle cose mentre si vara proprio ora il Pon ovvero il piano operativo nazionale 2014-2020 per i fondi strutturali europei per le cittá metropolitane. Ovvero un pensiero serio e strutturato dei partiti politici. Partiti che davvero vogliano essere partiti politici. 

sabato 11 luglio 2015

GREXIT SOLO PER I "GREZZI". .....della politica


#Grereferendum.  Diciamo la verità: insopportabile il balletto di amici e nemici ideologici che cercano di rifarsi del risultato del voto del referendum greco da un lato e dall'altro. Per ragioni nostre ,interne, peraltro.
Stiamo ai fatti:

-l'accordo c'é, e poteva essere fatto anche prima;
-l'accordo vede l'Fmi tornare a fare il ruolo di consulente e operatore a lato delle Nazioni e dei loro rappresentanti politici.Bene
-l'accordo prevede sacrifici che sapevamo e cose che a Tsipras servono da fare senza assumersene la responsabilità ( tagli pensioni baby,privilegi armatori,privilegi isole grandi,parastato,etc...)
-l'accordo gli serve per regolare anche la crescita di Syriza, che ancora vede frange anti tutto  come se fossimo al tempo della Grecia della guerra civile o dei colonnelli

Dunque ,perché si é svolto il Referendum?

Semplice,perché ad un punto finale di due settimane fa l'Fmi imbeccato da qualcuno ha proposto misure aggiuntive a quelle della UE e di fatto accettandole Tsipras andava a casa col Governo.
La posta in gioco dunque era per Tsipras il Governo vittorioso delle elezioni e per tutti il fatto che i Governi possono piacerci o meno ,possono applicare o meno le ricette economiche ma devono cadere per scelta dei cittadini.punto

Così ha capitalizzato Tsipras: Obama,Papà Francesco, perfino la disponibilità di Putin e Brics.....non ha visto e sentito altro ( non sa nemmeno chi è andato in Grecia, gli unici che contavano erano i greci che dovevano tornare a votare mica i pellegrini italioti....)

Altro punto fondamentale: ha costretto il Parlamento Europeo ad un dibattito bello e appassionato: bellissimo l'intervento di Guy Verhofstadt, bello Pittella .peccato quella faccia di Schulz.
Le scorciatoie non servono: entrare nel Pse senza dire che il socialismo novecentesco é morto e servono quegli ideali accanto agli ideali dei democratici per andare oltre il paradigma bloccato alla fine dell'espansione sociale marca Thatcher/Reagan ( si ragazzi, siete fermi lí), ti porta a convivere con signori bolsi,borghesucci ultra capitalisti,militaristi,gauche caviar che governano i loro Paesi come conservatori

Su questo Prodi é ancora oggi il piú innovativo e alla sua età mi pare si mangi tanti quarantenni che non hanno molti fondamentali ma tanti briefing......( and Please Save private Mogherini ....)

Il Parlamento Europeo nel dibattito mi ha fatto sentire bene come cittadino europeo...facciamolo( fatelo)piú spesso... Federalismo,ministro europeo unico dell'Economia e Banca Centrale a titolo pieno.

Ora Tsipras  salva il suo Governo ( e ringrazia Varoufakis suo genialoide sodale pronto alla mossa finale delle dimissioni al momento giusto! Altra mano di poker!) e come un leader vero porta a casa l'accordo e lo sta difendendo in Patria.
Ha stoffa.
Vediamo se negli anni scopriamo -senza pregiudizi- che anche partendo da idee radicali si può governare...
Certo serve una coscienza che -perdonate il riferimento culturale personale- chi viene dalla sinistra Dc ha dagli anni dello scontro Dossetti De Gasperi: governare significa provare a innestare il proprio radicalismo( affrontare il problema alla radice non fare i radical-chic) nella norma quotidiana: vuol dire cadere e rialzarsi,vergognarsi,essere sconfitti.
Ripartire,studiare,imparare dalle sconfitte.
Proclamare meno e fare di piú.

Sporcarsi le mani con la politica e tirarle fuori pulite!
( Don Milani)











giovedì 2 luglio 2015

GRECIA UN BEL TEST DI LEADERSHIP PER TUTTI. L'inane Pse e il semi silente Governo italiano compreso ( di quelli che appoggiano Tsipras da destra invece non vale nemmeno la pena....)

Grecia atto secondo della serie "a sciatica calda"  


su Facebook 
( www.facebook.com/Roberto.digiovanpaolo.1)riproduco un video che parla del "percepito" ovvero dei rapporti Grecia  Germania, ed é un documento interessante,commovente ed intricato MA.....

1. Non cancella il fatto che non si deve generalizzare ( per esempio anche noi dovremmo parlare di ciò che abbiamo fatto in Grecia ai greci  militari,civili e partigiani e non solo di ciò che ci hanno fatto i criminali tedeschi e non tutti i tedeschi a Cefalonia....)

2.
Non cancella il fatto che l'Europa non può essere un derby Merkel ( e il suo Presidente della Commissione Juncker) e Tsipras. I destini dell'Europa contano più dei Premier pro-tempore.

3.È' evidente che Fmi d'accordo con alcuni influenti Paesi UE vuole ingerirsi nelle scelte di governo ( giuste o sbagliate che siano). Questo non va bene. L ' Fmi  lo paghiamo noi tutti e devono mettersi in testa di essere solo nostri funzionari, alti funzionari ( spesso chiacchierati alti funzionari) che devono elaborare politiche di aiuto e credito intelligente. Non sono eletti dunque non sono governanti. Stiano al loro posto.

4. La UE deve tornare a fare politica seria e politica economica federale. Allora si chiedano sacrifici possibili ai Greci Ma si costruisca anche una politica fiscale ed economica unica con un ministro dell'economia dell'Ue, di tutta la UE e non che faccia gli interessi solo di due o tre Paesi influenti.

5. Il Pse é inesistente come formazione politica ( con lodevoli eccezioni tipo Gianni Pittella) dimostrando -in particolare modo con l'ondivago socialista di potere/gauche-caviar Hollande- che va creata una forza europea democratica e progressista che vada oltre i socialisti nuclearisti,ultra capitalisti,e fautori del riarmo come sono i 'se dicenti' socialisti dirigenti del Pse attuale. 

6. L'Italia .potrebbe giocare un ruolo: ha avuto un grande Presidente di commissione UE ,Prodi, che ancora dispensa riflessioni interessanti, Draghi alla Bce, un Premier che se non sbulleggia con i giornalisti e non Sarkoseggia con la Merkel magari potrebbe tentare di mediare e far rientrare in gioco i paesi fondatori meno ascoltati oggi da Merkel e il suo Juncker... Servirebbe solo un po' di misura dopo il 'figurone' di un Alto Rappresentante Pesc disperso e abbandonato per gli stessi motivi per cui si rimprovera a Tsipras il referendum ( cioè meri motivi di politica interna)

In ultimo a tutti noi, su FB e Twitter, servirebbe molto ragionare di piú, leggerci, aspettare e sedimentare e parlarci....il Parlamento, dove ci si parla tra fazioni diverse é la evoluzione della piazza ateniese....
Ma il Parlamento é lo specchio della società : guardatevi intorno e vedrete tanti Salvini con le ruspe( ora che fa abbatte le caserme intorno a Piazza Mazzini?) vari Brunetta in piedi sulle panchine , e diverse Meloni al banco di pesce dell'Appio Tuscolano....

....la gamba duole....l'indice anche...nomina nuda tenemus

martedì 19 maggio 2015

SE LA DIGNITÁ DELLA POLITICA LATITA NON É QUESTIONE DI SOLDI O VITALIZI.....

CONTROCORRENTE

(Non mi aspetto 100 mi piace e 40 commenti come alla mia foto "africana"su Facebook....)


premessa: faccio parte della trentina di senatori e della cinquantina di deputati che nella scorsa legislatura,abolendo il vitalizio ed introducendo il contributivo non prenderanno il vitalizio ma solo quanto hanno versato, e dal 65 esimo anno d'età..

E credo che Occhetto abbia sbagliato i toni e parte del contenuto della intervista però vorrei segnalare che il nodo centrale della questione non sono i soldi ma la funzione della politica.

Se la gente comune non riconosce a chi ha fatto il parlamentare trenta anni -a torto ed a ragione- la dignità di aver servito il Paese il problema grave é questo, non i soldi.

Se la dignità del Servizio al Paese non é piú riconosciuta puoi fare anche il parlamentare gratis...la condanna della "casta" é ugualmente scritta.

Io credo che questo sia il problema che la politica dovrebbe affrontare: la gente comune non vede un dibattito sui problemi, non sente ( anche perché troppo spesso non c'é) la passione in chi fa politica. Non vede né il sacrificio dei proprio talenti né la condivisione della propria vita difficile.

Questo problema,iniziato negli anni settanta dello scorso secolo, e denunciato giá da Moro ( non tutto é nelle nostre mani,dei partiti ndr) non ha avuto una risposta: prima la governabilità e la grande riforma Craxiana, poi tangentopoli e la sua fine senza aver stabilito nuove regole ed un nuovo essere dei partiti,infine il ventennio berlusconiano,hanno cancellato la fiducia e la passione.

Servirebbe altro che la gestione del presente!

Ma questo é il motivo per cui ultimamente mi viene malinconia a parlare di politica ed evito...

Peró come vorrei che tornasse la politica...io non dispero!


Ps non mi aspetto 100 mi piace e 40 commenti come al post da "africano"!

giovedì 16 aprile 2015

NON É L'ETERNO PRESENTE DI BERLUSCONI MA ATTENTI,SENZA PASSATO NON C'É FUTURO OVVERO GASPARI E LATTANZIO DEVONO DIMETTERSI !!!

Vicende molto diverse tra loro come  gli effetti della sentenza europea sul caso Genova G8, le affermazioni del Papa sul genocidio armeno e perfino la tragedia nel Tribunale di Milano hanno registrato da un lato tanti conformismi e dall'altro un silenzio "assordante".
Non c'é nulla di male a non voler commentare ogni fatto che accade,soprattutto da parte di chi ricopre incarichi politici di Governo e che dunque ha il compito precipuo di governare e non di dichiarare...e tuttavia io penso che ci sia del metodo nella pazzia...e perció ancor prima di preoccuparmene o meno, ci rifletto.
Iniziamo dai fatti di Milano. Un pazzo, certo. Non una azione pensabile e gestibile a priori come perfino un atto di terrorismo puó stimolare ( i controlli sono nati col terrorismo interno e rifocalizzati...ma come abbiamo visto, non troppo accuratamente,con quello internazionale). E tuttavia da quanti anni cancellieri,impiegati e insomma, tutti coloro che aprono, chiudono e gestiscono i Tribunali che non sono solo l'aula dove si scontrano avvocati e giudici e imputati e testimoni,chiedono risorse pratiche ed umane scontrandosi con un muro di gomma delle direzioni generali del ministero e dei burocrati della falsa spending review ( quella fatta solo di tagli senza investimenti....)? Se l'assenza di investimenti porta solo a esternalizzare i servizi ,peraltro con perdite ulteriori per il bilancio dello Stato italiano, che valori esprime lo Stato se non quelli della rinuncia e della precarietá.
 Basta mettere da parte il passato,vivere il presente del taglio e promettere un futuro di nuove riforme?
Genocidio armeno.possiamo chiamarlo come vogliamo, comunque esseri umani solo per essere armeni, vecchi, giovanissimi,donne ( gli uomini furono immediatamente passati per le armi) furono accompagnati a morte in un cammino simile alle marce forzate dei nazisti che uccidevano per strada i loro prigionieri o a qualunque altro massacro condotto su base etnica e programmato prima nel corso della storia. Dirlo é una verità storica,come il consenso del fascismo in Italia o la vittoria elettorale di Hitler e il Bloody Sunday in Ulster.
Non dovrebbe comportare un giudizio sui turchi,gli italiani, i tedeschi e gli inglesi di oggi.
E però non ci si puó rintanare  dietro i no comment.
In ultimo il G8, dove tutto ciò che abbiamo detto prima appare piú chiaro.
Da quel che ho letto,condanna di Strasburgo a parte,che mi pare molto chiara e riguarda alcuni atti specifici,De Gennaro non ha una responsabilitá penale personale specifica e Sabella ancor meno. Peró De Gennaro era il comandante sul campo e Sabella aveva la responsabilità di Bolzaneto.
Ora essi hanno un ruolo evidente dal punto di vista politico -istituzionale: Presidente di Federmeccanica e assessore alla legalitá del comune capitale di Italia.
Se la catena di comando é giusta, che lo vogliano o no, onori ed oneri, essi o erano responsabili o hanno avuto servitori infedeli che dovevano fermare,punire e/o denunciare.
Non lo hanno fatto.
Sorge non una condanna personale per loro( il reato é personale). Ma una opportunità o mancanza di opportunità; una sensibilità istituzionale o una disattenzione istituzionale.
Il giudizio sul loro comportamento si basa sulla loro reazione.
E coincide-almeno per me- con la loro mancanza di sensibilitá istituzionale.
Tutto il resto é fuffa.

Da tutto ció cosa ne deduciamo? Che c'é un cinismo( in senso greco)-a tratti anche generazionale- per cui é una scelta precisa non legarsi in dichiarazioni e atti o fatti del passato.
Ma questo- che avviene con una logica di comunicazione totale- che punta a dimostrarsi abili solo ad atti nel presente per cambiare il futuro,se non é l'eterno presente di Berlusconi ( che cancellava il passato ma temeva anche il futuro perché nel futuro c'é la vecchiaia e ,forse,perfino la morte....) rischia di essere comunque una illusione: non chiarire il passato e pensare che la comunicazione sani tutto espone ad un ritorno del passato nel futuro....tante e tante volte e quando meno te lo aspetti...

Fin qui il mio passatismo,se volete.....ma guardatevi Fortitude  (piú che 1992 )e i danni dell'organismo che viene dalla preistoria del Mammouth  e ci trasforma in bestie ferine oggi, e vedrete che anche lo spirito di comunicatori evoluti e blogger pirotecnici sará soddisfatto!

Comunque...... Gaspari e Lattanzio, dovrebbero dimettersi! O forse erano De Gennaro e Sabella?








Il 22 aprile parliamo di giornalismo digitale

La S.V. è invitata a partecipare alla Tavola Rotonda

​Giornalismo e competenze digitali
​Organizzata da UNINT Università
in collaborazione con CDTI e INFORAV

Mercoledì 22 aprile 2015, ore 9.30-13.00 

Aula Magna
Università degli Studi Internazionali di Roma UNINT
Via Cristoforo Colombo 200, Roma
La rivoluzione digitale dei media sta profondamente cambiando l’approccio di editori e giornalisti, ruoli non più necessariamente distinti. Occorre prendere atto della diffusione dei molteplici dispositivi personali di accesso alle informazioni e della conseguente necessità di un approccio multicanale – carta, broadcasting, tablet, smartphone, web -, di un più agevole accesso alle banche dati pubbliche (open data e big data delle PPAA), delladisponibilità di strumenti sempre più efficaci per l’analisi dei dati dei potenziali destinatari (tipo di pubblico, suoi interessi, suoi gusti), di un diverso ruolo del giornalista, in grado di stimolare dibattiti e, attraverso l’uso dei social network, di raccogliere contributi dai suoi lettori, che diventano co-autori del prodotto editoriale.
Emerge quindi con vigore la necessità di sviluppare nuove competenze digitali tra tutti gli operatori del settore, le cui professionalità subiranno inevitabilmente significative trasformazioni.
Su questi temi porteranno il loro contributo di visioni e di esperienze qualificati Rappresentanti del settore, al fine di individuare i più efficaci modelli per creare, distribuire e valorizzare l’informazione nel mondo digitale.
 
09.30 Registrazione dei partecipanti e Welcome Coffee
10.00 Indirizzo di saluto
Giovanni Bisogni, Presidente, UNINT
Maurizio Bufalini, Presidente INFORAV
10.15 Tavola Rotonda
Introduce e Modera:
Gregorio Cosentino, Vice Presidente, CDTI Roma
Relatori:
Andrea Lamperti, Osservatori Digital Innovation - School of Management - Politecnico di Milano
Davide Mazzocco, Giornalista pubblicista, autore del libro “Giornalismo Digitale”
Fabrizio Carotti, Direttore Generale FIEG
Paolo Butturini, Segretario Generale Aggiunto FNSI
Dibattito con il pubblico
12.45 Conclusioni
Roberto Di Giovan Paolo, Giornalista professionista, Docente UNINT di “Teoria e tecnica della comunicazione di massa”

La partecipazione è gratuita, previa prenotazione via email: rettore@unint.eu
 
Ufficio Comunicazione
Università degli Studi Internazionali di Roma - UNINT
comunicazione@unint.eu
UNINT.EU