Viviamo in un’epoca di slogan ma noi rivendichiamo di aver messo in un manifesto anche un pensiero lungo:"non profit, Creative Commons, No Fakes" vuol dire molto in quest’epoca ed è un nostro manifesto che racconta da subito che cosa siamo: un nucleo di pensiero che non è fatto solo di amanti della comunicazione o patiti del digitale. Certo,utilizziamo questi strumenti, riteniamo che con la modernità bisogna farci i conti ma il nucleo centrale è quello di chi pensa alle imprese sociali,al non profit, al terzo settore, al volontariato,alla responsabilità sociale , tutte cose che non sono "a parte" della nostra società ma che stanno bene iscritte,come stato anche detto nell’idea di fondo della costruzione dell’Europa e nella nostra Costituzione.
Venendo da questo mondo noi sappiamo bene che l’impegno nel volontariato, nel sociale, nel non profit delle imprese sociali, religiose e laiche, di tendenza ideologica oppure no preesistono allo Stato, alle leggi, alla Costituzione stessa ma che grazie alle leggi alla Costituzione e allo Stato ( e l' Unione Europea) incarnano le aspirazioni e i comportamenti degli esseri umani come persona ed in forma di comunità.
Per questo partiamo dall’Europa e dalla Costituzione italiana perché l’Europa e la Costituzione italiana (e l’Europa grazie all’articolo 11 della Costituzione che non a caso è anche quello che esplica con chiarezza il ripudio alla guerra ma garantisce anche le condizioni per la collaborazione internazionale), grazie ai nostri Padri della Patria e dell’Europa hanno reso possibile che le attività di volontariato, di sostegno, di relazione sociale che esistono da secoli-in special modo in alcune regioni del nostro Paese- siano non solo difese ma anche esaltate e promosse dallo Stato, inteso come "cosa pubblica", res publica come "cosa di noi tutti".
Ognuno di noi ai suoi riferimenti culturali e politici ma credo che concordiamo nel ritenere che tutti quanti coloro che hanno scritto la Costituzione, avessero ben chiaro che lo scopo del nostro Stato unitario, dopo quelle vicende tragiche, era quello non più di indicare la strada ai suoi cittadini come Stato etico e padrone delle loro vite, ma di accompagnare i cittadini in una crescita culturale, economica sociale, in una crescita di relazioni sociali direi, dunque disegnando uno Stato non notaio ma che riconosce, partecipa ed accompagna, senza divenire per questo riferimento totalizzante di una società che sa anche autoorganizzarsi.
Questo lungo cammino di riconoscimento, durato vari decenni, si è concretizzato nelle leggi sul volontariato, sul terzo settore, nel riconoscimento delle fondazioni e nell’inserimento all’interno delle strutture ufficiali pubbliche dello Stato di elementi di struttura e di volontariato dell' associazionismo cittadino, civico e culturale che hanno innervato le attività dello Stato e oggi costituiscono un punto di riferimento fondamentale nel nostro Paese.
Tuttavia siamo a ad un versante molto difficoltoso della nostra società e non basta semplicemente prendersela con la politica che non riesce a dare risposte. Da un lato c’è una forte necessità di ripresa dell’educazione civica e non solo come materia ma come intendimento generale della nostra scuola perché la formazione delle nuove generazioni costituisce la vera risorsa per il nostro futuro. Soprattutto vivendo un mondo digitalizzato nel quale la cultura, la politica, le stesse relazioni sociali e civili vengono informate a canoni che molto spesso mutuano dallo spettacolo, dall’intrattenimento e da una logica di vendita di beni immateriali per i quali i "like" sui social networks diventano molto più importanti della produzione stessa in termini concreti.
Per questo il progetto di Smemolab ha preso avvio con l’idea di contribuire alla sperimentazione e poi all’attuazione della nuova legge di riforma dell’educazione civica nelle scuole ma ha da subito accolto la necessità della costruzione di una direzione di marcia di un senso più generale di cittadinanza che si riferisse alla società tutta e quindi costruisse le condizioni per il ritorno ad una educazione anche civile e civica della nostra società.
Questo lungo cammino di riconoscimento, durato vari decenni, si è concretizzato nelle leggi sul volontariato, sul terzo settore, nel riconoscimento delle fondazioni e nell’inserimento all’interno delle strutture ufficiali pubbliche dello Stato di elementi di struttura e di volontariato dell' associazionismo cittadino, civico e culturale che hanno innervato le attività dello Stato e oggi costituiscono un punto di riferimento fondamentale nel nostro Paese.
Tuttavia siamo a ad un versante molto difficoltoso della nostra società e non basta semplicemente prendersela con la politica che non riesce a dare risposte. Da un lato c’è una forte necessità di ripresa dell’educazione civica e non solo come materia ma come intendimento generale della nostra scuola perché la formazione delle nuove generazioni costituisce la vera risorsa per il nostro futuro. Soprattutto vivendo un mondo digitalizzato nel quale la cultura, la politica, le stesse relazioni sociali e civili vengono informate a canoni che molto spesso mutuano dallo spettacolo, dall’intrattenimento e da una logica di vendita di beni immateriali per i quali i "like" sui social networks diventano molto più importanti della produzione stessa in termini concreti.
Per questo il progetto di Smemolab ha preso avvio con l’idea di contribuire alla sperimentazione e poi all’attuazione della nuova legge di riforma dell’educazione civica nelle scuole ma ha da subito accolto la necessità della costruzione di una direzione di marcia di un senso più generale di cittadinanza che si riferisse alla società tutta e quindi costruisse le condizioni per il ritorno ad una educazione anche civile e civica della nostra società.
Spesso oggi i canali di informazione e comunicazione e le agenzie di acculturamento vanno ben oltre la scuola e la comunità,passano inevitabilmente attraverso i social networks,utilizzano la rete web e costruiscono relazioni e conoscenze,oltre che elementi
smemolab long 1.0
SmemoLab
Viviamo in un’epoca di slogan ma noi rivendichiamo di aver messo in un manifesto anche un pensiero lungo:" non profit, Creative Commons, No Fakes" vuol dire molto in quest’epoca ed è un nostro manifesto che racconta da subito che cosa siamo: un nucleo di pensiero che non è fatto solo di amanti della comunicazione o patiti del digitale. Certo,utilizziamo questi strumenti, riteniamo che con la modernità bisogna farci i conti ma il nucleo centrale è quello di chi pensa alle imprese sociali,al non profit, al terzo settore, al volontariato,alla responsabilità sociale , tutte cose che non sono "a parte" della nostra società ma che stanno bene iscritte,come stato anche detto nell’idea di fondo della costruzione dell’Europa e nella nostra Costituzione.
Venendo da questo mondo noi sappiamo bene che l’impegno nel volontariato, nel sociale, nel non profit delle imprese sociali, religiose e laiche, di tendenza ideologica oppure no preesistono allo Stato, alle leggi, alla Costituzione stessa ma che grazie alle leggi alla Costituzione e allo Stato ( e l' Unione Europea) incarnano le aspirazioni e i comportamenti degli esseri umani come persona ed in forma di comunità.
Per questo partiamo dall’Europa e dalla Costituzione italiana perché l’Europa e la Costituzione italiana (e l’Europa grazie all’articolo 11 della Costituzione che non a caso è anche quello che esplica con chiarezza il ripudio alla guerra ma garantisce anche le condizioni per la collaborazione internazionale), grazie ai nostri Padri della Patria e dell’Europa hanno reso possibile che le attività di volontariato, di sostegno, di relazione sociale che esistono da secoli-in special modo in alcune regioni del nostro Paese- siano non solo difese ma anche esaltate e promosse dallo Stato, inteso come "cosa pubblica", res publica come "cosa di noi tutti".
Ognuno di noi ai suoi riferimenti culturali e politici ma credo che concordiamo nel ritenere che tutti quanti coloro che hanno scritto la Costituzione, avessero ben chiaro che lo scopo del nostro Stato unitario, dopo quelle vicende tragiche, era quello non più di indicare la strada ai suoi cittadini come Stato etico e padrone delle loro vite, ma di accompagnare i cittadini in una crescita culturale, economica sociale, in una crescita di relazioni sociali direi, dunque disegnando uno Stato non notaio ma che riconosce, partecipa ed accompagna, senza divenire per questo riferimento totalizzante di una società che sa anche autoorganizzarsi.
Questo lungo cammino di riconoscimento, durato vari decenni, si è concretizzato nelle leggi sul volontariato, sul terzo settore, nel riconoscimento delle fondazioni e nell’inserimento all’interno delle strutture ufficiali pubbliche dello Stato di elementi di struttura e di volontariato dell' associazionismo cittadino, civico e culturale che hanno innervato le attività dello Stato e oggi costituiscono un punto di riferimento fondamentale nel nostro Paese.
Tuttavia siamo a ad un versante molto difficoltoso della nostra società e non basta semplicemente prendersela con la politica che non riesce a dare risposte. Da un lato c’è una forte necessità di ripresa dell’educazione civica e non solo come materia ma come intendimento generale della nostra scuola perché la formazione delle nuove generazioni costituisce la vera risorsa per il nostro futuro. Soprattutto vivendo un mondo digitalizzato nel quale la cultura, la politica, le stesse relazioni sociali e civili vengono informate a canoni che molto spesso mutuano dallo spettacolo, dall’intrattenimento e da una logica di vendita di beni immateriali per i quali i "like" sui social networks diventano molto più importanti della produzione stessa in termini concreti.
Per questo il progetto di Smemolab ha preso avvio con l’idea di contribuire alla sperimentazione e poi all’attuazione della nuova legge di riforma dell’educazione civica nelle scuole ma ha da subito accolto la necessità della costruzione di una direzione di marcia di un senso più generale di cittadinanza che si riferisse alla società tutta e quindi costruisse le condizioni per il ritorno ad una educazione anche civile e civica della nostra società.
Questo lungo cammino di riconoscimento, durato vari decenni, si è concretizzato nelle leggi sul volontariato, sul terzo settore, nel riconoscimento delle fondazioni e nell’inserimento all’interno delle strutture ufficiali pubbliche dello Stato di elementi di struttura e di volontariato dell' associazionismo cittadino, civico e culturale che hanno innervato le attività dello Stato e oggi costituiscono un punto di riferimento fondamentale nel nostro Paese.
Tuttavia siamo a ad un versante molto difficoltoso della nostra società e non basta semplicemente prendersela con la politica che non riesce a dare risposte. Da un lato c’è una forte necessità di ripresa dell’educazione civica e non solo come materia ma come intendimento generale della nostra scuola perché la formazione delle nuove generazioni costituisce la vera risorsa per il nostro futuro. Soprattutto vivendo un mondo digitalizzato nel quale la cultura, la politica, le stesse relazioni sociali e civili vengono informate a canoni che molto spesso mutuano dallo spettacolo, dall’intrattenimento e da una logica di vendita di beni immateriali per i quali i "like" sui social networks diventano molto più importanti della produzione stessa in termini concreti.
Per questo il progetto di Smemolab ha preso avvio con l’idea di contribuire alla sperimentazione e poi all’attuazione della nuova legge di riforma dell’educazione civica nelle scuole ma ha da subito accolto la necessità della costruzione di una direzione di marcia di un senso più generale di cittadinanza che si riferisse alla società tutta e quindi costruisse le condizioni per il ritorno ad una educazione anche civile e civica della nostra società.
Spesso oggi i canali di informazione e comunicazione e le agenzie di acculturamento vanno ben oltre la scuola e la comunità,passano inevitabilmente attraverso i social networks,utilizzano la rete web e costruiscono relazioni e conoscenze,oltre che elementi di consenso sociale, che nascono completamente avulsi da quelli che erano i luoghi del novecento in cui si è costruito il senso di comunità ed a cui inutilmente si cerca di tornare. Noi non crediamo che si debba reagire a questo con un moto di sgomento oppure con un’idea in parte"luddistica" di ritorno al passato ,abbiamo troppo rispetto del sentimento della nostalgia e come suonava il titolo -bellissimo- di un libro di e su Simone Signoret "La nostalgia non è più quella di un tempo".
Crediamo che la sfida della modernità vada raccolta utilizzando appieno il digitale valorizzando le relazioni che si possono costruire attraverso il web, utilizzando la creatività per costruire nessi, conoscenze e relazioni sociali che rafforzandosi fanno crescere le comunità e gli permettono di poter costruire una rete che sia al loro servizio e non solo al servizio di chi utilizza la rete per il commercio.
Nessun luddismo dunque e nessun pauperismo, semplicemente il rovesciamento di segno algebrico nell’utilizzo di quanto la modernità e il digitale ci mettono a disposizione: è possibile anche attraverso la rete garantire il dono, il gratuito, il sociale, ma certamente questo presuppone un pensiero sia individuale che collettivo che va costruito.
Nessun luddismo dunque e nessun pauperismo, semplicemente il rovesciamento di segno algebrico nell’utilizzo di quanto la modernità e il digitale ci mettono a disposizione: è possibile anche attraverso la rete garantire il dono, il gratuito, il sociale, ma certamente questo presuppone un pensiero sia individuale che collettivo che va costruito.
Il nucleo che ha dato vita al progetto di Smemolab, che da sempre si impegna nel volontariato, nel terzo settore nell’educazione , nella comunicazione e nelle relazioni sociali, ha deciso di non rinchiudersi in una minorità intellettuale che garantisce sicuramente una "Comfort Zone" ma non relazioni con gli altri ; e scommette invece che si può essere presenti in maniera diversa nel mondo di oggi, con le aziende di oggi, nel mercato di oggi, per far sentire forte la possibilità che ogni singolo cittadino, ogni singola associazione, ogni singolo gruppo e comunità possano dire la loro anche attraverso il web.
SmemoLab - DentroTutti è questo tentativo e non è solo un pensiero ma già una realtà perché ha già creato una rete di reti, una una comunità di comunità, una rete di associazioni,associando un lavoro che è già presente tutti i giorni nelle nostre città grandi o piccole che siano ma che spesso fatica ad emergere. Ecco, noi vorremmo farlo emergere immaginando che l’educazione civica, educazione civile, possano mettere accanto ad argomenti seri l’ironia e con essa la possibilità di parlare ad un pubblico più vasto e popolare .
SmemoLab - DentroTutti è questo tentativo e non è solo un pensiero ma già una realtà perché ha già creato una rete di reti, una una comunità di comunità, una rete di associazioni,associando un lavoro che è già presente tutti i giorni nelle nostre città grandi o piccole che siano ma che spesso fatica ad emergere. Ecco, noi vorremmo farlo emergere immaginando che l’educazione civica, educazione civile, possano mettere accanto ad argomenti seri l’ironia e con essa la possibilità di parlare ad un pubblico più vasto e popolare .
SmemoLab - Dentrotutti è una rete di reti che già esistono e che viene solamente potenziata con una sorta di "Wiki" dentro cui come in una Grande esposizione virtuale si possa passare con linguaggio tipico del web da un tema-padiglione all’altro, da un tema serio ad uno ironico, da un archivio ( per esempio l' archivio della pubblicità progresso e degli spot del Cesvot Toscana) ad una news, oppure ad una iniziativa sul territorio lanciata direttamente dal territorio. Si tratta di digitale e di musei virtuali, di Qrcode e di link ma anche della possibilità di stamparetabloid tematici in cartaceo per uso scolastico od universitario a seconda della necessità. E di uno strumento "bidirezionale" in cui si mette in comune e ci si scambia davvero esperienze, non solo propostedall' alto e "Like"dal basso.
La presentazione di Milano è solo un inizio. che segue la nostra presenza e presentazione di Padova della scorsa settimana in occasione della inaugurazione del Presidente Mattarella dell' Anno Europeo del Volontariato per Padova 2020 ma proseguiremo poi sempre a Milano con la "Civil Week"ai primi di marzo ,on Civil week e poi a Roma con il Video Game Lab e Firenze al festival dell’economia civile, e proseguire poi con il Sud del nostro Paese, perché per l’appunto dentro tutti e SmemoLab non sono solo un manifesto ma una realtà in cammino da tempo con le sue gambe.
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SmemoLab
Viviamo in un’epoca di slogan ma noi rivendichiamo di aver messo in un manifesto anche un pensiero lungo:" non profit, Creative Commons, No Fakes" vuol dire molto in quest’epoca ed è un nostro manifesto che racconta da subito che cosa siamo: un nucleo di pensiero che non è fatto solo di amanti della comunicazione o patiti del digitale. Certo,utilizziamo questi strumenti, riteniamo che con la modernità bisogna farci i conti ma il nucleo centrale è quello di chi pensa alle imprese sociali,al non profit, al terzo settore, al volontariato,alla responsabilità sociale , tutte cose che non sono "a parte" della nostra società ma che stanno bene iscritte,come stato anche detto nell’idea di fondo della costruzione dell’Europa e nella nostra Costituzione.
Venendo da questo mondo noi sappiamo bene che l’impegno nel volontariato, nel sociale, nel non profit delle imprese sociali, religiose e laiche, di tendenza ideologica oppure no preesistono allo Stato, alle leggi, alla Costituzione stessa ma che grazie alle leggi alla Costituzione e allo Stato ( e l' Unione Europea) incarnano le aspirazioni e i comportamenti degli esseri umani come persona ed in forma di comunità.
Per questo partiamo dall’Europa e dalla Costituzione italiana perché l’Europa e la Costituzione italiana (e l’Europa grazie all’articolo 11 della Costituzione che non a caso è anche quello che esplica con chiarezza il ripudio alla guerra ma garantisce anche le condizioni per la collaborazione internazionale), grazie ai nostri Padri della Patria e dell’Europa hanno reso possibile che le attività di volontariato, di sostegno, di relazione sociale che esistono da secoli-in special modo in alcune regioni del nostro Paese- siano non solo difese ma anche esaltate e promosse dallo Stato, inteso come "cosa pubblica", res publica come "cosa di noi tutti".
Ognuno di noi ai suoi riferimenti culturali e politici ma credo che concordiamo nel ritenere che tutti quanti coloro che hanno scritto la Costituzione, avessero ben chiaro che lo scopo del nostro Stato unitario, dopo quelle vicende tragiche, era quello non più di indicare la strada ai suoi cittadini come Stato etico e padrone delle loro vite, ma di accompagnare i cittadini in una crescita culturale, economica sociale, in una crescita di relazioni sociali direi, dunque disegnando uno Stato non notaio ma che riconosce, partecipa ed accompagna, senza divenire per questo riferimento totalizzante di una società che sa anche autoorganizzarsi.
Questo lungo cammino di riconoscimento, durato vari decenni, si è concretizzato nelle leggi sul volontariato, sul terzo settore, nel riconoscimento delle fondazioni e nell’inserimento all’interno delle strutture ufficiali pubbliche dello Stato di elementi di struttura e di volontariato dell' associazionismo cittadino, civico e culturale che hanno innervato le attività dello Stato e oggi costituiscono un punto di riferimento fondamentale nel nostro Paese.
Tuttavia siamo a ad un versante molto difficoltoso della nostra società e non basta semplicemente prendersela con la politica che non riesce a dare risposte. Da un lato c’è una forte necessità di ripresa dell’educazione civica e non solo come materia ma come intendimento generale della nostra scuola perché la formazione delle nuove generazioni costituisce la vera risorsa per il nostro futuro. Soprattutto vivendo un mondo digitalizzato nel quale la cultura, la politica, le stesse relazioni sociali e civili vengono informate a canoni che molto spesso mutuano dallo spettacolo, dall’intrattenimento e da una logica di vendita di beni immateriali per i quali i "like" sui social networks diventano molto più importanti della produzione stessa in termini concreti.
Per questo il progetto di Smemolab ha preso avvio con l’idea di contribuire alla sperimentazione e poi all’attuazione della nuova legge di riforma dell’educazione civica nelle scuole ma ha da subito accolto la necessità della costruzione di una direzione di marcia di un senso più generale di cittadinanza che si riferisse alla società tutta e quindi costruisse le condizioni per il ritorno ad una educazione anche civile e civica della nostra società.
Questo lungo cammino di riconoscimento, durato vari decenni, si è concretizzato nelle leggi sul volontariato, sul terzo settore, nel riconoscimento delle fondazioni e nell’inserimento all’interno delle strutture ufficiali pubbliche dello Stato di elementi di struttura e di volontariato dell' associazionismo cittadino, civico e culturale che hanno innervato le attività dello Stato e oggi costituiscono un punto di riferimento fondamentale nel nostro Paese.
Tuttavia siamo a ad un versante molto difficoltoso della nostra società e non basta semplicemente prendersela con la politica che non riesce a dare risposte. Da un lato c’è una forte necessità di ripresa dell’educazione civica e non solo come materia ma come intendimento generale della nostra scuola perché la formazione delle nuove generazioni costituisce la vera risorsa per il nostro futuro. Soprattutto vivendo un mondo digitalizzato nel quale la cultura, la politica, le stesse relazioni sociali e civili vengono informate a canoni che molto spesso mutuano dallo spettacolo, dall’intrattenimento e da una logica di vendita di beni immateriali per i quali i "like" sui social networks diventano molto più importanti della produzione stessa in termini concreti.
Per questo il progetto di Smemolab ha preso avvio con l’idea di contribuire alla sperimentazione e poi all’attuazione della nuova legge di riforma dell’educazione civica nelle scuole ma ha da subito accolto la necessità della costruzione di una direzione di marcia di un senso più generale di cittadinanza che si riferisse alla società tutta e quindi costruisse le condizioni per il ritorno ad una educazione anche civile e civica della nostra società.
Spesso oggi i canali di informazione e comunicazione e le agenzie di acculturamento vanno ben oltre la scuola e la comunità,passano inevitabilmente attraverso i social networks,utilizzano la rete web e costruiscono relazioni e conoscenze,oltre che elementi di consenso sociale, che nascono completamente avulsi da quelli che erano i luoghi del novecento in cui si è costruito il senso di comunità ed a cui inutilmente si cerca di tornare. Noi non crediamo che si debba reagire a questo con un moto di sgomento oppure con un’idea in parte"luddistica" di ritorno al passato ,abbiamo troppo rispetto del sentimento della nostalgia e come suonava il titolo -bellissimo- di un libro di e su Simone Signoret "La nostalgia non è più quella di un tempo".
Crediamo che la sfida della modernità vada raccolta utilizzando appieno il digitale valorizzando le relazioni che si possono costruire attraverso il web, utilizzando la creatività per costruire nessi, conoscenze e relazioni sociali che rafforzandosi fanno crescere le comunità e gli permettono di poter costruire una rete che sia al loro servizio e non solo al servizio di chi utilizza la rete per il commercio.
Nessun luddismo dunque e nessun pauperismo, semplicemente il rovesciamento di segno algebrico nell’utilizzo di quanto la modernità e il digitale ci mettono a disposizione: è possibile anche attraverso la rete garantire il dono, il gratuito, il sociale, ma certamente questo presuppone un pensiero sia individuale che collettivo che va costruito.
Nessun luddismo dunque e nessun pauperismo, semplicemente il rovesciamento di segno algebrico nell’utilizzo di quanto la modernità e il digitale ci mettono a disposizione: è possibile anche attraverso la rete garantire il dono, il gratuito, il sociale, ma certamente questo presuppone un pensiero sia individuale che collettivo che va costruito.
Il nucleo che ha dato vita al progetto di Smemolab, che da sempre si impegna nel volontariato, nel terzo settore nell’educazione , nella comunicazione e nelle relazioni sociali, ha deciso di non rinchiudersi in una minorità intellettuale che garantisce sicuramente una "Comfort Zone" ma non relazioni con gli altri ; e scommette invece che si può essere presenti in maniera diversa nel mondo di oggi, con le aziende di oggi, nel mercato di oggi, per far sentire forte la possibilità che ogni singolo cittadino, ogni singola associazione, ogni singolo gruppo e comunità possano dire la loro anche attraverso il web.
SmemoLab - DentroTutti è questo tentativo e non è solo un pensiero ma già una realtà perché ha già creato una rete di reti, una una comunità di comunità, una rete di associazioni,associando un lavoro che è già presente tutti i giorni nelle nostre città grandi o piccole che siano ma che spesso fatica ad emergere. Ecco, noi vorremmo farlo emergere immaginando che l’educazione civica, educazione civile, possano mettere accanto ad argomenti seri l’ironia e con essa la possibilità di parlare ad un pubblico più vasto e popolare .
SmemoLab - DentroTutti è questo tentativo e non è solo un pensiero ma già una realtà perché ha già creato una rete di reti, una una comunità di comunità, una rete di associazioni,associando un lavoro che è già presente tutti i giorni nelle nostre città grandi o piccole che siano ma che spesso fatica ad emergere. Ecco, noi vorremmo farlo emergere immaginando che l’educazione civica, educazione civile, possano mettere accanto ad argomenti seri l’ironia e con essa la possibilità di parlare ad un pubblico più vasto e popolare .
SmemoLab - Dentrotutti è una rete di reti che già esistono e che viene solamente potenziata con una sorta di "Wiki" dentro cui come in una Grande esposizione virtuale si possa passare con linguaggio tipico del web da un tema-padiglione all’altro, da un tema serio ad uno ironico, da un archivio ( per esempio l' archivio della pubblicità progresso e degli spot del Cesvot Toscana) ad una news, oppure ad una iniziativa sul territorio lanciata direttamente dal territorio. Si tratta di digitale e di musei virtuali, di Qrcode e di link ma anche della possibilità di stamparetabloid tematici in cartaceo per uso scolastico od universitario a seconda della necessità. E di uno strumento "bidirezionale" in cui si mette in comune e ci si scambia davvero esperienze, non solo propostedall' alto e "Like"dal basso.
La presentazione di Milano è solo un inizio. che segue la nostra presenza e presentazione di Padova della scorsa settimana in occasione della inaugurazione del Presidente Mattarella dell' Anno Europeo del Volontariato per Padova 2020 ma proseguiremo poi sempre a Milano con la "Civil Week"ai primi di marzo ,on Civil week e poi a Roma con il Video Game Lab e Firenze al festival dell’economia civile, e proseguire poi con il Sud del nostro Paese, perché per l’appunto dentro tutti e SmemoLab non sono solo un manifesto ma una realtà in cammino da tempo con le sue gambe. di consenso sociale, che nascono completamente avulsi da quelli che erano i luoghi del novecento in cui si è costruito il senso di comunità ed a cui inutilmente si cerca di tornare. Noi non crediamo che si debba reagire a questo con un moto di sgomento oppure con un’idea in parte"luddistica" di ritorno al passato ,abbiamo troppo rispetto del sentimento della nostalgia e come suonava il titolo -bellissimo- di un libro di e su Simone Signoret "La nostalgia non è più quella di un tempo".
Crediamo che la sfida della modernità vada raccolta utilizzando appieno il digitale valorizzando le relazioni che si possono costruire attraverso il web, utilizzando la creatività per costruire nessi, conoscenze e relazioni sociali che rafforzandosi fanno crescere le comunità e gli permettono di poter costruire una rete che sia al loro servizio e non solo al servizio di chi utilizza la rete per il commercio.
Nessun luddismo dunque e nessun pauperismo, semplicemente il rovesciamento di segno algebrico nell’utilizzo di quanto la modernità e il digitale ci mettono a disposizione: è possibile anche attraverso la rete garantire il dono, il gratuito, il sociale, ma certamente questo presuppone un pensiero sia individuale che collettivo che va costruito.
Nessun luddismo dunque e nessun pauperismo, semplicemente il rovesciamento di segno algebrico nell’utilizzo di quanto la modernità e il digitale ci mettono a disposizione: è possibile anche attraverso la rete garantire il dono, il gratuito, il sociale, ma certamente questo presuppone un pensiero sia individuale che collettivo che va costruito.
Il nucleo che ha dato vita al progetto di Smemolab, che da sempre si impegna nel volontariato, nel terzo settore nell’educazione , nella comunicazione e nelle relazioni sociali, ha deciso di non rinchiudersi in una minorità intellettuale che garantisce sicuramente una "Comfort Zone" ma non relazioni con gli altri ; e scommette invece che si può essere presenti in maniera diversa nel mondo di oggi, con le aziende di oggi, nel mercato di oggi, per far sentire forte la possibilità che ogni singolo cittadino, ogni singola associazione, ogni singolo gruppo e comunità possano dire la loro anche attraverso il web.
SmemoLab - DentroTutti è questo tentativo e non è solo un pensiero ma già una realtà perché ha già creato una rete di reti, una una comunità di comunità, una rete di associazioni,associando un lavoro che è già presente tutti i giorni nelle nostre città grandi o piccole che siano ma che spesso fatica ad emergere. Ecco, noi vorremmo farlo emergere immaginando che l’educazione civica, educazione civile, possano mettere accanto ad argomenti seri l’ironia e con essa la possibilità di parlare ad un pubblico più vasto e popolare .
SmemoLab - DentroTutti è questo tentativo e non è solo un pensiero ma già una realtà perché ha già creato una rete di reti, una una comunità di comunità, una rete di associazioni,associando un lavoro che è già presente tutti i giorni nelle nostre città grandi o piccole che siano ma che spesso fatica ad emergere. Ecco, noi vorremmo farlo emergere immaginando che l’educazione civica, educazione civile, possano mettere accanto ad argomenti seri l’ironia e con essa la possibilità di parlare ad un pubblico più vasto e popolare .
SmemoLab - Dentrotutti è una rete di reti che già esistono e che viene solamente potenziata con una sorta di "Wiki" dentro cui come in una Grande esposizione virtuale si possa passare con linguaggio tipico del web da un tema-padiglione all’altro, da un tema serio ad uno ironico, da un archivio ( per esempio l' archivio della pubblicità progresso e degli spot del Cesvot Toscana) ad una news, oppure ad una iniziativa sul territorio lanciata direttamente dal territorio. Si tratta di digitale e di musei virtuali, di Qrcode e di link ma anche della possibilità di stamparetabloid tematici in cartaceo per uso scolastico od universitario a seconda della necessità. E di uno strumento "bidirezionale" in cui si mette in comune e ci si scambia davvero esperienze, non solo propostedall' alto e "Like"dal basso.
La presentazione di Milano è solo un inizio. che segue la nostra presenza e presentazione di Padova della scorsa settimana in occasione della inaugurazione del Presidente Mattarella dell' Anno Europeo del Volontariato per Padova 2020 ma proseguiremo poi sempre a Milano con la "Civil Week"ai primi di marzo ,on Civil week e poi a Roma con il Video Game Lab e Firenze al festival dell’economia civile, e proseguire poi con il Sud del nostro Paese, perché per l’appunto dentro tutti e SmemoLab non sono solo un manifesto ma una realtà in cammino da tempo con le sue gambe.