TERRORISMO E SENSO DELLO STATO
La differenza tra Vendetta e Giustizia? Lo stato democratico al
posto dello Stato-boia
Eseguire la sentenza è anche il bene di Battisti
Solamente dei miserabili
potevano utilizzare l' atto dovuto ( e ricercato-va detto per onesta
intellettuale- da più Governi, di destra centro e sinistra negli anni) dell'
ovvio obbligo a scontare una pena da parte di un pluricondannato in
processi legali - plurimi e di tutti i livelli previsti svoltisi nel nostro
Stato democratico con una giustizia indipendente ( pure troppo a volte) dal
Ministro della Giustizia-per atti di violenza che è stato difficile persino
catalogare tra gli atti di terrorismo tanta la loro efferatezza e crudeltà (
leggetevi fatti e sentenze e poi ne riparliamo).
Vale la pena precisare alcuni
punti cardine della nostra idea di civiltà politica e giuridica: negli anni
settanta ed ottanta in Italia vigeva una democrazia con libere elezioni,non
c'era nessuna guerra nè guerriglia in atto; gli atti di violenza furono
commessi da singoli o gruppi di singoli contro persone inermi, a volte
avversari , tenaci e combattivi, ma inermi; contro forze dell' ordine impegnate
a fare il loro dovere al servizio dello Stato democratico , cioè di tutti.
Le "deviazioni" di
servizi segreti o di singoli o di gruppi di singoli, delle forze dell'
ordine e delle forze armate, di iscritti alla P2 od altre consorterie furono
non "deviazioni dello Stato" ma "deviazioni CONTRO lo
Stato democratico" e dunque avrebbero richiesto un di più di anima
democratica e non l' abbandono del metodo democratico e non sono dunque alcuna
giustificazione ad omicidi infami come quello di Guido Rossa o del fratello di
Peci, a Tobagi ucciso perchè amico del papà e della mamma e dunque obiettivo a
portata di mano o alle rapine a mano armata per fini
personali di Battisti.
Non era giustificato l' uso
della violenza da parte di Renato Curcio, che ha perso la moglie in un
conflitto a fuoco per questa loro scelta comune e mai ha commesso atti di
sangue; che ha comunque pagato il prezzo stabilito dalle corti di giustizia
democratiche del suo Stato e come altri riconosciuto la fine di una
tragica illusione di guerriglia e rivoluzione attraverso le armi .....può
avere giustificazione non solo fuggire la pena sanzionata ma anzi
irridere la Corte, le vittime, lo Stato Italiano ?
Batttisti ha il dovere ed il
diritto di subire la giusta sentenza e poi di potersi "rieducare"
come prevede la nostra saggia Costituzione che ha permesso di sancire il
divieto della violenza e ,negli anni, a prezzo di eroi, di morti che non
volevano esserlo, di uomini e donne comuni, di guidare il passaggio oltre gli
"anni di piombo", con leggi, istituzioni, riflessioni culturali,
storiche.
Tutto ciò, la grandezza di una
Nazione che ha passato più di un decennio in cui c'erano oltre 300 tra morti e
feriti all' anno, agguati nelle sezioni di partito, bombe incendiarie,
uccisioni di giovani innocenti e meno innocenti nelle strade è molto di più ed
oltre la miseria di chi oggi sfrutta il momento che avrebbe dovuto essere di
doloroso silenzio per le vittime e per il rischio democratico corso dal nostro
Paese in quegli anni.
Di doloroso e composto silenzio
anche di fronte alla esecuzione di una pena che colpisce un uomo che non ha
capito e non è stato aiutato a capire, che sottomettersi alla sentenza avrebbe
aiutato anche lui a non ingannare e a non ingannarsi più.
Lo Stato democratico non è un
boia come pensa l' attuale, inadeguato, Ministro dell' Interno.
Lo Stato democratico esegue la
sentenza affinchè sia ristabilità la verità e la giustizia.
Ed essa divenga patrimonio
comune delle vittime ( tra cui lo Stato democratico) e i colpevoli .
Questo ristabilisce il corso della società civile e rende la Giustizia così
diversa dalla Vendetta.