lunedì 14 gennaio 2019

TERRORISMO E SENSO DELLO STATO



TERRORISMO E SENSO DELLO STATO

La differenza tra Vendetta e Giustizia? Lo stato democratico al posto dello Stato-boia
Eseguire la sentenza è anche il bene di Battisti



Solamente dei miserabili potevano utilizzare l' atto dovuto ( e ricercato-va detto per onesta intellettuale- da più Governi, di destra centro e sinistra negli anni) dell' ovvio obbligo a scontare una pena da parte di un pluricondannato  in processi legali - plurimi e di tutti i livelli previsti svoltisi nel nostro Stato democratico con una giustizia indipendente ( pure troppo a volte) dal Ministro della Giustizia-per atti di violenza che è stato difficile persino catalogare tra gli atti di terrorismo tanta la loro efferatezza e crudeltà ( leggetevi fatti e sentenze e poi ne riparliamo).
Vale la pena precisare alcuni punti cardine della nostra idea di civiltà politica e giuridica: negli anni settanta ed ottanta in Italia vigeva una democrazia con libere elezioni,non c'era nessuna guerra nè guerriglia in atto; gli atti di violenza furono commessi da singoli o gruppi di singoli contro persone inermi, a volte avversari , tenaci e combattivi, ma inermi; contro forze dell' ordine impegnate a fare il loro dovere al servizio dello Stato democratico , cioè di tutti.
Le "deviazioni" di servizi  segreti o di singoli o di gruppi di singoli, delle forze dell' ordine e delle forze armate, di iscritti alla P2 od altre consorterie furono non "deviazioni dello Stato" ma "deviazioni CONTRO  lo Stato democratico" e dunque avrebbero richiesto un di più di anima democratica e non l' abbandono del metodo democratico e non sono dunque alcuna giustificazione ad omicidi infami come quello di Guido Rossa o del fratello di Peci, a Tobagi ucciso perchè amico del papà e della mamma e dunque obiettivo a portata di mano  o alle rapine a  mano armata  per fini personali di Battisti.
Non era giustificato l' uso della violenza da parte di Renato Curcio, che ha perso la moglie in un conflitto a fuoco per questa loro scelta comune e mai ha commesso atti di sangue; che ha comunque pagato il prezzo stabilito dalle corti di giustizia democratiche del suo Stato e  come altri riconosciuto la fine di una tragica illusione  di guerriglia e rivoluzione attraverso le armi .....può avere giustificazione non solo fuggire  la pena sanzionata ma anzi irridere la Corte, le vittime, lo Stato Italiano ?
Batttisti ha il dovere ed il diritto di subire la giusta sentenza e poi di potersi "rieducare" come prevede la nostra saggia Costituzione che ha permesso di sancire il divieto della violenza e ,negli anni, a prezzo di eroi, di morti che non volevano esserlo, di uomini e donne comuni, di guidare il passaggio oltre gli "anni di piombo", con leggi, istituzioni, riflessioni culturali, storiche.
Tutto ciò, la grandezza di una Nazione che ha passato più di un decennio in cui c'erano oltre 300 tra morti e feriti all' anno, agguati nelle sezioni di partito, bombe incendiarie, uccisioni di giovani innocenti e meno innocenti nelle strade è molto di più ed oltre la miseria di chi oggi sfrutta il momento che avrebbe dovuto essere di doloroso silenzio per le vittime e per il rischio democratico corso dal nostro Paese in quegli anni.
Di doloroso e composto silenzio anche di fronte alla esecuzione di una pena che colpisce un uomo che non ha capito e non è stato aiutato a capire, che sottomettersi alla sentenza avrebbe aiutato anche lui a non ingannare e a non ingannarsi più.
Lo Stato democratico non è un boia come pensa l' attuale, inadeguato, Ministro dell' Interno. 
Lo Stato democratico esegue la sentenza affinchè sia ristabilità la verità e la giustizia. 
Ed essa divenga patrimonio comune  delle vittime ( tra cui lo Stato democratico) e i colpevoli . Questo ristabilisce il corso della società civile e rende la Giustizia così diversa dalla Vendetta.