https://ytali.com/2021/06/03/se-i-politici-perdono-il-lavoro/
Una telefonata stamattina (ma è la seconda della giornata identica)in cui mi si propone un’offerta vantaggiosa dal punto di vista della tariffa telefonica mi ha rivelato un mondo sotto sopra e mi ha confermato che dalla pandemia usciremo… molto peggio di come ci siamo entrati( che già non era un granché....).La telefonata più o meno potete immaginarvela ,ormai siamo abituati a 6/7 telefonate al giorno di proposte economiche che entrano nel tuo intimo, nel tuo telefono cellulare privato (che non dovrebbero avere e che non dovrebbero passarsi l’uno con l’altro) che non dovrebbe essere messo a disposizione di persone che sono perlopiù sfruttate dal punto di vista economico e dal punto di vista lavorativo( anche se lavorare per una azienda banca o assicurazione non dovrebbe essere considerato sotto l’aspetto della sindrome di Stoccolma per cui l’ultimo dipendente sfruttato comunque difende a priori il buon nome del suo sfruttatore....).Al mio stupore,cordiale nei modi,per una telefonata fatta il 2 giugno per proporre una tariffa economica telefonica differente, la risposta è stata “ci vuole un po’ di rispetto,stiamo lavorando”.Ecco non è passato minimamente per la testa della persona che mi ha telefonato che forse non dovrebbero lavorare, almeno il 2 giugno,festa della Repubblica,di una Repubblica che,dice l’articolo uno,che è fondata sul lavoro e quindi sulla sua dignità e quindi in teoria sulla difesa del lavoratore, di chi offre lavoro senza sfruttare ( e senza comandare lavoro il 2 giugno e nei festivi e quindi ci rimette nella concorrenza)ma anche sui sindacati e associazioni datoriali che avrebbero dovuto sviluppare, o almeno fanno finta, in questi anni di sviluppare la cosiddetta “responsabilità sociale”.E l’ennesimo esempio di come stiamo uscendo dalla pandemia: utilizzando tutto quello che abbiamo conosciuto come emergenza e facendolo diventare ordinario.Non è inusuale,anche mio papà tramviere e i suoi colleghi lavoravano alcuni giorni di festa nei servizi essenziali ( ecco , oltre i diritti la politica saprebbe indicarci per caso i “servizi essenziali”, di grazia?)ma con delle paghe differenti e con una protezione sociale differente e per una scelta concordata tra sindacato e associazioni datoriali, non per un’imposizione, per la quale se non lo fai,perdi il lavoro.Si chiamava Welfare.D’altronde questa asimmetria mi era già chiara da qualche tempo.Idealisticamente ( sempre a futura memoria, la mia specialità ndr) circa un anno fa avevo scritto proprio su Ytali che dovevamo guardare a ciò che sarebbe dovuto venire dopo la pandemia come qualcosa di differente e di cambiato, possibilmente di migliore.Non sta avvenendo.Anche i fatti collaterali, di cronaca o addirittura criminali, ci mostrano che non è così. La vicenda,per esempio, terribile della tragedia della funivia del Mottarone dimostra aldilà del fatto in sé penale e civile,e della tragedia umana che l’idea penetrata negli ultimi vent’anni nel nostro Paese-come in altri- è che al profitto non si può opporre se non un resistenza ideale e assolutamente fuori dal tempo. Si deve far profitto,si deve fare solo profitto,si deve farlo nel più breve tempo possibile.E’ lo stesso meccanismo che sta guidando ( pressoché nel silenzio) i prezzi dei i negozi alimentari,buona parte dei supermercati, i ristoranti che riaprono,i quali tutti hanno aumentato nelle materie prime e mica si tratta di vasche da bagno jacuzzi o generi di lusso,ma dei generi alimentari che la gente ha consumato anche durante il Lockdown,oppure nei pasti quotidiani e con la spiegazione che “comunque dobbiamo fare qualcosa per riprenderci da questo anno” , come se la ripresa si potesse fare in pochi giorni e dipendesse dall’aumento di due euro a piatto. Che oltretutto alla fine fanno sì che nell’euforia del momento da possibile “zona bianca”nessuno dica niente ma poi ogni cittadino si guarderà nelle tasche ( svuotate dalla crisi) e verificherà se si può permettere ancora di andare a mangiare una pizza con la famiglia. E si chiamerà rebound economico.....Anche questo atteggiamento è figlio dello stesso meccanismo mentale : dobbiamo recuperare tutto e subito. Che incredibile situazione,per cui tutto si è rovesciato nel senso comune: il “rispetto” del lavoro sfruttato fatto nei giorni in cui non dovrebbe essere fatto; il “tutto e subito” che era la massima espressione del desiderio post sessantottino (https://www.google.it/search?q=tutto+subito+eugenio+finardi&client=safari&channel=iphone_bm&sxsrf=ALeKk00oLLLhz_J13KQqAO33VmAFdKofiA%3A1622643078423&ei=hpG3YLCgGJGM9u8PpKyRuAo&oq=tutto+subito+Eugenio+&gs_lcp=ChNtb2JpbGUtZ3dzLXdpei1zZXJwEAEYAjIFCCEQoAEyBQghEKABMggIIRAWEB0QHjoHCCMQ6gIQJzoECCMQJzoICAAQsQMQgwE6BQgAELEDOgIIADoECC4QQzoECAAQQzoICC4QsQMQgwE6AgguOgoIABCxAxCDARAKOgUILhCTAjoICC4QxwEQrwE6BggAEBYQHjoICAAQCBANEB46BwghEAoQoAFQu58EWNTfBGCM6gRoAnAAeACAAd0BiAG_FpIBBjAuMjAuMZgBAKABAbABD8ABAQ&sclient=mobile-gws-wiz-serp )che è diventata l’espressione solamente di un desiderio materiale. Il consumismo si sta mangiando completamente il capitalismo, qualunque tipo di capitalismo, anche quello finanziario e sta diventando una bandiera portata avanti con la stessa logica con cui si è effettuata nel tempo la torsione che Michele Mezza ha spesso raccontato qui : dal Free Speech alla difesa degli oligopoli Gafam ( Google Amazon Facebook Apple Microsoft) e non solo loro, in cui siamo tutti partecipi come operai alla catena di montaggio di un sapere immateriale che però diventa profitto reale . Profitto tutto e subito, nelle tasche solamente di pochi.
E la politica ? la politica si occupa, quando va bene, a sinistra di diritti ma senza spiegare che i diritti “costano” e che i diritti Collettivi contano più degli individuali e non esistono senza i doveri oppure, a destra, di pulsioni di pancia e non connesse tra loro, spesso contrapposte. In buona sostanza la politica si occupa del nulla: non costruisce un modello e non approfitta nemmeno di questa pausa tecnica del governo Draghi per ricostruire un minimo di idea di schema di società civile,da proporre ai cittadini.Gli basta chiedere il voto per questo o quel candidato e basta chiedere il voto nei sondaggi ancor più che il voto nelle urne e non si preoccupa del futuro,pur facendo tutta una serie di citazioni assolutamente slegate dalla realtà che vanno da De Gasperi Moro o Berlinguer.Citazioni che non avendo nessuna connessione con programmi e disegni per la società civile,diventano pura retorica e quindi ancora un elemento in più per distaccare la popolazione dalla politica.Che fare? Direbbe qualcuno ormai così lontano nel tempo.....Accettare tutto questo supinamente oppure ribellarsi solamente in maniera idealistica o farlo diventare un discorso da mercato sull’aumento del costo delle zucchine signora mia stile Giorgia Meloni ?In realtà c’è solo una strada da percorrere e non si può trovare una scorciatoia. Bisogna utilizzare questo tempo del Governo Draghi per ricostruire una società civile che sia ricettiva di messaggi e di programmi che siano a 10-15 -20 anni. Bisogna fare educazione civica ed educazione civile; bisogna tornare a fare formazione politica e formazione politica dei partiti;bisogna ricostruire le condizioni per riavere delle classi dirigenti e quindi costruire dei quadri intermedi ed una base che abbiano conoscenze e capacità di critica.Il PNRR ne è un esempio mentre il parlamento europeo con un suo documento (https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-9-2021-0257_IT.pdf ) invita tutti gli Stati membri a consultare le popolazioni e rendere partecipe dei singoli PNRR nazionali e di Next Generation noi sappiamo semplicemente che ci sono circa 300 pagine di piano che sono state consegnate, per il nostro paese e da quello che sappiamo circa 3000 pagine di schede di dettaglio. Bene, questi documenti sono stati consegnati in parlamento ma nemmeno il parlamento li ha esaminati a dovere visto che sono stati consegnati in una notte e si è votato il giorno dopo. Stato di necessità; emergenza, appunto, ma forse sarebbe il caso di riprendere in mano questi documenti e decidere come spenderemo i prossimi soldi e decidere quali sono le procedure e decidere quali priorità e obiettivi , dove si mettono più o meno soldi a saldo invariato. Non c’è un solo dibattito vero nel campo politico sui prossimi tre anni di questo programma da portare avanti e che è già finanziato. Non voglio rivangare ( anche se il 75’ della Repubblica lo richiederebbe) i dibattiti del dopoguerra su ricostruzione, riforma agraria, industrializzazione,ma forse ragionare su un programma come il PNRR permetterebbe a delle forze politiche serie di concentrare la loro riflessione e anche di effettuare una selezione di classe dirigente non tanto sui tweets o sulle apparizioni televisive ma sulla base delle capacità propositive di riflessione critica o le capacità anche di una possibile visione alternativa del loro uso.Francamente non me lo aspetterei dalla destra italiana ma da Letta e dal centrosinistra erede dell’Ulivo si. E sarebbe l’unico motivo di speranza.Altrimenti non resta che abbandonarsi per l’appunto ai tweets e ai messaggi sui social essendo assolutamente esclusi dalle scelte reali :da quelle dei grandi gruppi nazionali di cui si stanno rinnovando i vertici senza che i partiti siano presenti né con loro uomini e donne( e questo non sarebbe male ,forse)ma nemmeno con loro proposte, e questo è certamente un male… Il male della politica e il male dei sindacati per soli pensionati e “garantiti”.Le “dimissioni della politica dalla politica”sarebbe veramente troppo da sopportare.Perfino più di una telefonata di lavoro di un “non garantito”,il giorno della festa della Repubblica....fondata sul lavoro.Roberto Di Giovan PaoloSkype : robdgp1Tw @digiovanpaoloFB roberto di giovan paolo