( e futuri). Magari un pensierino a cosa é meglio per l'Italia? .... Un ricordo di quello che significó in termini di giudizio definitivo ( anche ingiusto per certi versi...) su D' Alema e Franco Marini? E sulle sorti dell'Ulivo? Mentre i sondaggi ( per quel che valgono, ovvero come indicazioni generali di tendenze) segnalano che non c'é nulla di scontato e tantomeno una vittoria scintillante.
Davvero illuminante appare,piú di ogni altro editoriale,il pezzo di ieri di Filippo Ceccarelli sul ruolo dello "streaming" in politica e la finzione,la realtá e, aggiungerei io, la verosimiglianza .
Puó la politica essere solo la risultante di un processo fatto solo di raggiungimento di obiettivi tattici? E per quanto tempo si potrá porre l'accento sui comportamenti dei pentastellati figuranti di Grillo e Casaleggio quando divenire Presidente,Sindaco,Leader , non appare mai come il mezzo per fare politiche industriali o di innovazione ,o rinnovato welfare ma solamente il raggiungimento di una pur legittima soddisfazione personale ?
Vale per Letta e per Renzi e vale per ognuno di noi.
Lo stesso si registra a Roma dove l'ipocrisia alligna nei rapporti con Marino che in pochi mesi registra prima consensi senza critica alcuna e poi l'assenza voluta nel ritiro che si vorrebbe definitivamente chiarificatorio mentre salta il capo della segreteria politica che si vorrebbe ritornato al partito per compiti non rinviabili.
Possibile mai che abbia sempre ragione McLuhan che il medium vale piú del messaggio ovvero che Twitter,facebook e le altre diavolerie invece di avvicinare la politica ai cittadini diventi invece solo una vetrina da consegnare al proprio staff per non avere un confronto reale?
La veritá é che una tale situazione postulerebbe piú politica ( piú politiche industriali, sociali, di welfare rinnovato di doveri accanto ai diritti richiesti) e piú partiti veri non semplici comitati elettorali.
Lo streaming come un flusso di coscienza cancella invece responsabilitá per regalarci aneddotica e "colore".
Servirebbe invece tornare ad investire sul tempo lungo. Ma questo significa mordersi la lingua e pensare fino a dieci prima di dichiarare.
Scoprire che con qualche anno di anticipo si era visto giusto sulle carceri piú umane e sul garante nazionale dei detenuti ,sulla necessitá di un reddito minimo di cittadinanza, sulla inutilitá della spesa per gli F35 senza un adeguata revisione delle politiche di difesa che comprenda anche il ruolo internazionale dell'Italia, comprese le politiche di cooperazione allo sviluppo( per quest'ultima riforma un anno perso per la volontá di insistere su un Ministero ad hoc invece di far cambiare nome e ruolo al MAE) amareggia ma ci convince anche che alla fine la moneta buona puó scacciare la cattiva.
Purché si torni alla politica con la P maiuscola e si abbandoni la politique politicienne.
Ma ci vuole umiltá da parte di chi quella politica l'ha ignorata e certamente anche da chi l'ha praticata senza iattanza.
Noi ci mettiamo la costanza.Vediamo se qualche segno di resipiscenza arriva.
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