giovedì 16 aprile 2015

NON É L'ETERNO PRESENTE DI BERLUSCONI MA ATTENTI,SENZA PASSATO NON C'É FUTURO OVVERO GASPARI E LATTANZIO DEVONO DIMETTERSI !!!

Vicende molto diverse tra loro come  gli effetti della sentenza europea sul caso Genova G8, le affermazioni del Papa sul genocidio armeno e perfino la tragedia nel Tribunale di Milano hanno registrato da un lato tanti conformismi e dall'altro un silenzio "assordante".
Non c'é nulla di male a non voler commentare ogni fatto che accade,soprattutto da parte di chi ricopre incarichi politici di Governo e che dunque ha il compito precipuo di governare e non di dichiarare...e tuttavia io penso che ci sia del metodo nella pazzia...e perció ancor prima di preoccuparmene o meno, ci rifletto.
Iniziamo dai fatti di Milano. Un pazzo, certo. Non una azione pensabile e gestibile a priori come perfino un atto di terrorismo puó stimolare ( i controlli sono nati col terrorismo interno e rifocalizzati...ma come abbiamo visto, non troppo accuratamente,con quello internazionale). E tuttavia da quanti anni cancellieri,impiegati e insomma, tutti coloro che aprono, chiudono e gestiscono i Tribunali che non sono solo l'aula dove si scontrano avvocati e giudici e imputati e testimoni,chiedono risorse pratiche ed umane scontrandosi con un muro di gomma delle direzioni generali del ministero e dei burocrati della falsa spending review ( quella fatta solo di tagli senza investimenti....)? Se l'assenza di investimenti porta solo a esternalizzare i servizi ,peraltro con perdite ulteriori per il bilancio dello Stato italiano, che valori esprime lo Stato se non quelli della rinuncia e della precarietá.
 Basta mettere da parte il passato,vivere il presente del taglio e promettere un futuro di nuove riforme?
Genocidio armeno.possiamo chiamarlo come vogliamo, comunque esseri umani solo per essere armeni, vecchi, giovanissimi,donne ( gli uomini furono immediatamente passati per le armi) furono accompagnati a morte in un cammino simile alle marce forzate dei nazisti che uccidevano per strada i loro prigionieri o a qualunque altro massacro condotto su base etnica e programmato prima nel corso della storia. Dirlo é una verità storica,come il consenso del fascismo in Italia o la vittoria elettorale di Hitler e il Bloody Sunday in Ulster.
Non dovrebbe comportare un giudizio sui turchi,gli italiani, i tedeschi e gli inglesi di oggi.
E però non ci si puó rintanare  dietro i no comment.
In ultimo il G8, dove tutto ciò che abbiamo detto prima appare piú chiaro.
Da quel che ho letto,condanna di Strasburgo a parte,che mi pare molto chiara e riguarda alcuni atti specifici,De Gennaro non ha una responsabilitá penale personale specifica e Sabella ancor meno. Peró De Gennaro era il comandante sul campo e Sabella aveva la responsabilità di Bolzaneto.
Ora essi hanno un ruolo evidente dal punto di vista politico -istituzionale: Presidente di Federmeccanica e assessore alla legalitá del comune capitale di Italia.
Se la catena di comando é giusta, che lo vogliano o no, onori ed oneri, essi o erano responsabili o hanno avuto servitori infedeli che dovevano fermare,punire e/o denunciare.
Non lo hanno fatto.
Sorge non una condanna personale per loro( il reato é personale). Ma una opportunità o mancanza di opportunità; una sensibilità istituzionale o una disattenzione istituzionale.
Il giudizio sul loro comportamento si basa sulla loro reazione.
E coincide-almeno per me- con la loro mancanza di sensibilitá istituzionale.
Tutto il resto é fuffa.

Da tutto ció cosa ne deduciamo? Che c'é un cinismo( in senso greco)-a tratti anche generazionale- per cui é una scelta precisa non legarsi in dichiarazioni e atti o fatti del passato.
Ma questo- che avviene con una logica di comunicazione totale- che punta a dimostrarsi abili solo ad atti nel presente per cambiare il futuro,se non é l'eterno presente di Berlusconi ( che cancellava il passato ma temeva anche il futuro perché nel futuro c'é la vecchiaia e ,forse,perfino la morte....) rischia di essere comunque una illusione: non chiarire il passato e pensare che la comunicazione sani tutto espone ad un ritorno del passato nel futuro....tante e tante volte e quando meno te lo aspetti...

Fin qui il mio passatismo,se volete.....ma guardatevi Fortitude  (piú che 1992 )e i danni dell'organismo che viene dalla preistoria del Mammouth  e ci trasforma in bestie ferine oggi, e vedrete che anche lo spirito di comunicatori evoluti e blogger pirotecnici sará soddisfatto!

Comunque...... Gaspari e Lattanzio, dovrebbero dimettersi! O forse erano De Gennaro e Sabella?








Il 22 aprile parliamo di giornalismo digitale

La S.V. è invitata a partecipare alla Tavola Rotonda

​Giornalismo e competenze digitali
​Organizzata da UNINT Università
in collaborazione con CDTI e INFORAV

Mercoledì 22 aprile 2015, ore 9.30-13.00 

Aula Magna
Università degli Studi Internazionali di Roma UNINT
Via Cristoforo Colombo 200, Roma
La rivoluzione digitale dei media sta profondamente cambiando l’approccio di editori e giornalisti, ruoli non più necessariamente distinti. Occorre prendere atto della diffusione dei molteplici dispositivi personali di accesso alle informazioni e della conseguente necessità di un approccio multicanale – carta, broadcasting, tablet, smartphone, web -, di un più agevole accesso alle banche dati pubbliche (open data e big data delle PPAA), delladisponibilità di strumenti sempre più efficaci per l’analisi dei dati dei potenziali destinatari (tipo di pubblico, suoi interessi, suoi gusti), di un diverso ruolo del giornalista, in grado di stimolare dibattiti e, attraverso l’uso dei social network, di raccogliere contributi dai suoi lettori, che diventano co-autori del prodotto editoriale.
Emerge quindi con vigore la necessità di sviluppare nuove competenze digitali tra tutti gli operatori del settore, le cui professionalità subiranno inevitabilmente significative trasformazioni.
Su questi temi porteranno il loro contributo di visioni e di esperienze qualificati Rappresentanti del settore, al fine di individuare i più efficaci modelli per creare, distribuire e valorizzare l’informazione nel mondo digitale.
 
09.30 Registrazione dei partecipanti e Welcome Coffee
10.00 Indirizzo di saluto
Giovanni Bisogni, Presidente, UNINT
Maurizio Bufalini, Presidente INFORAV
10.15 Tavola Rotonda
Introduce e Modera:
Gregorio Cosentino, Vice Presidente, CDTI Roma
Relatori:
Andrea Lamperti, Osservatori Digital Innovation - School of Management - Politecnico di Milano
Davide Mazzocco, Giornalista pubblicista, autore del libro “Giornalismo Digitale”
Fabrizio Carotti, Direttore Generale FIEG
Paolo Butturini, Segretario Generale Aggiunto FNSI
Dibattito con il pubblico
12.45 Conclusioni
Roberto Di Giovan Paolo, Giornalista professionista, Docente UNINT di “Teoria e tecnica della comunicazione di massa”

La partecipazione è gratuita, previa prenotazione via email: rettore@unint.eu
 
Ufficio Comunicazione
Università degli Studi Internazionali di Roma - UNINT
comunicazione@unint.eu
UNINT.EU

sabato 6 dicembre 2014

CHE SCEMO! PENSAVO DI VINCERE LE PARLAMENTARIE.......

Primo. Sono amareggiato come cittadino e sono dispiaciuto come innamorato della politica.Perché capisco che le conseguenze saranno disaffezione maggiore e politiche "anti casta" ( tipo l'errore di cancellare il finanziamento pubblico dei partiti,controllato strettamente ,sia chiaro) che peggioreranno gli effetti senza rimuovere le cause.
Secondo. ma davvero nessuno sapeva nulla ,nessuno aveva intuito nulla,nessuno comprendeva bene?
Alle PARLAMENTARIE -Correntarie  2013 parteciparono, da ciò che finora emerge dalle indiscrezioni giornalistiche degli atti giudiziari e che ovviamente andranno confermate nel processo : un candidato che aveva intascato 1milione e 800 mila e nella vicenda c'é la sparizione del complice e sodale e anche ,da ieri,un collegamento con il "Cecato" a cui si chiede di risolvere il problema. Non sappiamo se l'ha risolto, di fatto il sodale infedele é scomparso del tutto da qualche mese o anno. Questo candidato al parlamento, che non doveva essere candidato anche perché consigliere regionale del Lazio ,ovviamente é arrivato prima di me....
Poi, al momento, ci sono due candidati, un uomo ed una donna che ,intimi di Buzzi hanno ricevuto anche per le PARLAMENTARIE-CORRENTARIE un contributo economico rilevante ( e poi dopo, e forse anche  prima). Sono,anche loro, dopo 5 giorni di iniziative e presentazioni di rilievo, arrivati prima di me.....
Poi ,in attesa del resto, pare che il Buzzi abbia incontrato persone di estrazione un pó diversa dalla sua,ma essendo che i neri li aveva giá nel portafoglio ed i falsi rossi di falsa sinistra ( in realtá una corrente di tipo andreottiano che monopolizza il Pd romano) ha pensato bene di incontrare anche l'unico sbardelliano che non ha mai avuto bisogno di rubare perché ricco di suo: Enrico Gasbarra.
Lui non era candidato alle PARLAMENTARIE-CORRENTARIE, peró ha fatto la sua parte portando gli ex sbardelliani a votare un ex comunista: tutto chiaro,no?

Scusatemi,sono stato davvero scemo a pensare di vincere le PARLAMENTARIE-CORRENTARIE 2013!

Ps i soldi a Di Stefano li avrebbe dati forse, si dice, dicunt, il costruttore Pulcini, quello a cui ho bloccato la piscina per i Mondiali 2009 all'ex SNIA Viscosa
I soldi sui campi rom: le mie denuncie al prefetto Pecoraro nelle audizioni parlavano di soldi spesi male e di nessitâ di fare uscire i rom dai campi...non capivo perché non venivano prese in considerazione le mie proposte non estremistiche ma di buon senso...chissà perché?

domenica 16 novembre 2014

La pazienza non è piú virtú rivoluzionaria. E nemmeno riformista.Sembra

Immersi nella crisi ormai da quasi sei anni senza soluzione di continuitá ci troviamo faccia a faccia con la societá che va in pezzi. La vicenda di quartieri che proprio perché a differenza di quanto si dice in tv e sui media, non sono piú periferia e borgate (il disagio sociale di ripiombare nella necessitá proprio quando si era cominciati ad essere altro ...)e  dunque vivono nella carne viva i conflitti tra poveri che la crisi impone e dispone,allarma perché richiama tempi che credevamo lontani di conflitto sociale disperato,che non vede possibili soluzioni o mediazioni.
Se la politica si riduce a pensare che l'unica offerta rimane quella del populismo e personalismo mediatico,delle parate a favore di telecamera ( tre giorni prima o dopo cambia poco),allora c'è da tremare,considerato anche quale sia l'inquilino principale del Viminale!
La crisi é non piú solo economica ma sociale,e allora diventa criminale cancellare i corpi intermedi della societá proponendo un dialogo diretto con la "ggggente " che rischia di vellicare il bubbone ma mai di rimuoverlo.
Ci sarebbe piú bisogno e non meno, di sindacati partiti ( per bene rinnovati e ben organizzati ,ovvio)e associazionismo e volontariato capace di riannodare i fili di un dialogo sociale, di sciogliere le tensioni,di mettere assieme le fragilitá della societá e non di dargli solo voce affinché urlino la loro disperazione.
Servono scelte economiche serie ( per esempio piani a 5-10 anni almeno,di carattere industriale) ma anche progetti sociali da mettere in campo in cui i pezzi della societá che soffrono trovino elementi di solidarietá e di futuro.
Ma certo é piú faticoso che rilasciare dichiarazioni a raffica e puntare sempre sul prossimo uomo della Provvidenza.
La pazienza,definitivamente,non é piú virtú rivoluzionaria. E nemmeno virtú riformista,a quanto pare.

domenica 2 novembre 2014

La tragedia Cucchi é la tragedia vera di una politica senza valori.Al di lá della sentenza.che é orrenda.

Dal mio umile punto di osservazione,il caso Cucchi é molto semplice. Processi a parte.avendo avuto una certa conoscenza dei meccanismi del carcere per averlo abbastanza frequentato come commissione diritti umani del Senato e come Presidente del Forum della salute in carcere ,la vicenda infatti per me si riassume così :
1 .un ragazzo fragile non dovrebbe entrare in carcere per uso di droga,tanto piú se si tratta di droga "leggera": la legge Fini Giovanardi era sbagliata e difatti la Corte Costutzionale lo ha ricnosciuto. Si dovrebbe tendere alla cura ed al recupero. Insomma si tratta di welfare e di soldi ed organizzazione per realizzarlo.Nel caso specifico Cucchi non avrebbe dovuto essere incarcerato ma curato .
2. Quando vi é un "habeas corpus" lo Stato é responsabile del cittadino privato di libertá,che non perde i suoi diritti fondamentali. Chi picchia un detenuto sporca la divisa e le istituzioni e poiché sono una esigua minoranza vanno messi da parte ( e curati).
3. Una Sanitá in carcere come quella tyuale é una riforma a metá e chi vi lavora lavora cosí male che il rischio di non curare adeguatamente i cittadini privati di libertá é talmente alto che la conseguenza puó essere un certo lassismo che si puó e si deve eliminare.
Dunque  Cucchi non andava incarcerato, doveva essere curato e nessuno avrebbe dovuto alzare un dito su di lui.
Cosa invece é avvenuto lo abbiamo capito tutti. Al di lá e oltre il processo.
Ultima non peregrina osservazione: dal mio partito il Pd e dal Governo della Repubblica ,mi attendo gesti politici seri in questo campo.non si fa politica solo trattando con gli imprenditori e occupandosi solo di economia,altrimenti viene meno il senso della politica tout court. Cosa che francamente al momento non vedo. Punto.

mercoledì 14 maggio 2014

PER COMBATTERE TANGENTOPOLI NON BASTA LA MAGISTRATURA


Vogliamo una volta tanto affrontare il problema politico delle tangenti e delle tangentipoli vecchie e nuove? Intendo,messo da parte il giusto sdegno e l'indignazione vogliamo chiederci davvero da dove deriva il ritorno continuo della corruzione? Dargli una dimensione politica ed affrontarla di petto?
Inizierei col dire che tutto corre molto spesso attorno ai mondiali ( di calcio del 1990,di nuoto 2009 per esempio) oppure alle grandi occasioni come l'expo' 2015 oppure le Olimpiadi ( quando fossero vinte dall'Italia,magari anche in futuro) oppure da vertici internazionali ( G8 per esempio....) oppure dall'uso disinvolto di fondi europei consistenti...etc... Etc...
Notazione: perché per ammodernare le strutture sportive o congressuali di una cittá bisogna aspettare sempre le "grandi occasioni"? Perché per migliorare i trasporti pubblici e privati bisogna sempre aspettare le "grandi occasioni "?
In buona sostanza perché non c'é una cultura della manutenzione ordinaria?
Una programmazione ordinaria della urbanistica? Uno studio continuo e riformatore degli effetti di scelte urbanistiche e sociali? Non dovrebbe essere questo uno dei compiti primari della politica?
Certo,programmare vuol dire fare politica e scelte che non sarai sicuro di vedere realizzate nel tuo mandato ma si puó ridurre tutto a mosse elettoralistiche? E quanto c'entra con questo anche l'elezione diretta di sindaci e Presidenti e la personalizzazione della politica in atto dal 1993 e che rimonta all'idea Craxiana del Presidenzialismo come "grande riforma" e in realtá scorciatoia rispetto alla fatica della costruzione di partiti dove si discuta e si faccia uso formativo della programmazione sociale ?
Se tutto si condiziona al grande Evento ed ai fondi europei da sfruttare allora tutti,nel pubblico e nel privato vorranno realizzare in due anni o giú di lí profitti e vantaggi che solo una programmazione decennale e ventennale puó offrire.
Dentro a questo paradigma sta il paradigma della corruzione, prima delle menti, poi della politica infine della concreta pratica corruttiva.
Se vogliamo parlare di corruzione parliamo del ruolo della politica.
Altrimenti per i reati esiste la magistratura,ma poi non stupiamoci se al prossimo grande Evento scopriremo ancora tangentopoli

mercoledì 23 aprile 2014

MA LA POLITICA SAPREBBE ANDARE OLTRE IL SEGRETO DI STATO


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Ho avuto un dubbio quando mi sono accorto di essere d'accordo con quanto scritto gli da Pierluigi Battista...Poi rileggendo bene ho capito che ero d'accordo sulla conclusione ma per ragioni del tutto opposte.
Innanzitutto voglio dire che tra le tante cose di Matteo Renzi questa é quella che trovo piú in linea con una storia ulivista e con le scelte fatte a suo tempo da Romano Prodi : togliere il Segreto di Stato a distanza di anni significa certificare ad un tempo che una ragione di Stato esiste e dunque che il Governo della cosa pubblica comporta una riservatezza ed una attenzione ai destini della Nazione che va oltre l'amore proprio personale e nello stesso tempo che il tempo consuma anche le condizioni di contesto e rende le cose nuove e le sfide da affrontare diverse nel tempo.
Ma non vi é dubbio che negli anfratti del segreto di Stato non scopriremo cose diverse da quelle che ognuno di noi puó aver "politicamente" inteso.
A differenza di Battista infatti io credo che molte inchieste giornalistiche o Commissioni di inchiesta non siano state inutili e ci hanno permesso di costruire una "lettura" dei fatti ,una morotea "intelligenza" degli avvenimenti, che anche nel caso che in cui la giustizia non sia stata completa ci hanno comunque permesso di "capire".
Mi spiego meglio: non é forse chiaro che Gladio, nata come organismo Nato contro una ipotesi di rovesciamento della democrazia come nei Paesi dell'est del dopoguerra si sia deformata fino a pensare in molti suoi componenti che la situazione golpista tipo "colonnelli" della Grecia sarebbe stata una soluzione possibile per l'Italia e dunque la "strategia della tensione" poteva tornare utile ? Questo non significa che attentati e bombe non abbiano mandanti e colpevoli precisi e anche diversi tra loro ma che qualcuno indagava con pigrizia e "copriva" i responsabili.
Oppure qualcuno ha bisogno di spiegazioni ulteriori quando l'omicidio di Piersanti Mattarella avviene con un killer che agisce in Sicilia a volto scoperto pur essendo uno dei NAR quando il contatto che lo porta a Palermo é lo stesso che lo lega alla Strage di Bologna da lui sempre negata?
O ancora il fatto che nove decimi del comitato creato da Cossiga per liberare Moro siano ( lo scopriamo anni dopo e Cossiga ne é inconsapevole al momento) tutti nella P2 ma brancolano nel buio e non mettono in relazione il nome Gradoli con Via Gradoli? E' chiaro che la P2 non c'entra con le Brigate Rosse, ma l'incompetenza piú o meno vera aiuta di fatto il rimontare della "strategia della tensione", seppure fuori tempo massimo.
O anche in casi particolari come Ustica, dopo l'inchiesta giornalistica che fecero Fava e Morrione al Tg1, cosa troveremo in piú del fatto che tutti sappiamo che quell'aereo si trovó in un punto caldo della guerra fredda, agli sgoccioli sullo scacchiere medio orientale e che nella Nato sanno bene che Usa e Francia chiesero all'Italia di mettere a tacere le cose ?
"Leggere" quei fatti nel contesto del terrorismo, della guerra fredda o della guerra alle mafie é una lettura critica che abbiamo imparato a fare anche con e oltre le sentenze dei tribunali che ovviamente valgono e ci danno anche la misura dei fatti e del contesto stesso.
Non mi aspetto altre veritá nascoste, al massimo qualche conferma "laterale".
Di sicuro la politica dovrebbe e puó farne a meno.
Semmai l'apertura degli archivi dovrebbe farci ragionare su cosa é davvero "ragione di Stato". E di che livello di democrazia abbiamo bisogno in uno Stato democratico.
Ma capisco che il disincanto di una politica mediatizzata  porterebbe a livelli talmente sofisticati di riflessione che forse oggi é impossibile suscitare.